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Dalla Puglia un nuovo Presidio Slow Food: i ceci lisci di Cassano delle Murge.

I Ceci Neri e Rossi, sono stati recuperati grazie al ritrovamento dei semi nella cantina di un anziano contadino.Quella dei ceci lisci di Cassano delle Murge, da oggi nuovo Presidio Slow Food, è stata «un’operazione di archeologia delle sementi». Lo sostiene Nicola Curci, fiduciario della Condotta Slow Food delle Murge, nel Barese, e il paragone in effetti regge: basti pensare al modo in cui sono stati rinvenuti i semi, per lungo tempo scomparsi dai terreni di questo angolo di Puglia.

Una quindicina d’anni fa, andammo a casa di un anziano di Cassano delle Murge appassionato di agricoltura e sostenibilità con cui, chiacchierando, finimmo a parlare dei tradizionali ceci lisci. In cantina, dentro a due boccacci (barattoli di vetro per conservare gli alimenti, ndr), ne aveva un paio di chili. Ce li ha affidati, ci ha spiegato come seminarli e noi l’abbiamo fatto. Col tempo abbiamo imparato le caratteristiche di questa coltura e le attenzioni e le cure di cui necessita,  coinvolgendo anche altre persone, negli anni poi abbiamo scelto  di costituirci azienda agricola .

«I primi tempi, nessuno credeva che avessimo ricominciato per davvero a coltivare il cece nero liscio di Cassano»  Nella zona, infatti, questa varietà aveva da tempo lasciato spazio a cultivar più adatte alla meccanizzazione, e di conseguenza maggiormente redditizie. «Poi, proseguendo nella nostra ricerca, cinque o sei anni fa abbiamo ritrovato anche il cece rosso».

Il recupero, in questo caso, è ancora in corso, pertanto la produzione continua ad avere numeri piuttosto bassi: il raccolto del cece rosso si attesta intorno ai 120 chilogrammi all’anno, mentre per quanto riguarda quello nero (che ha una decina d’anni in più di lavoro alle spalle) si supera la dozzina di quintali, sufficienti per metterlo in commercio anche  cotto e sotto forma di farina. 

I semi si interrano tra dicembre e febbraio rigorosamente a mano, così come manuale è la raccolta che avviene tra giugno e luglio. Le piante estirpate vengono prima raggruppate in covoni, poi battute con l’ausilio di bastoni di legno, seguono l’eliminazione delle impurità, tramite setacci ed infine agitate sotto vento per separare la granella da eventuali residui di pianta, foglie e baccelli per  la selezione dei semi migliori. 

 Si esegue il trattamento a freddo del prodotto, che consiste nel porre i legumi per alcuni giorni in una cella di congelamento. I ceci si conservano in sacchi in luogo fresco e asciutto. 

Il riconoscimento come Presidio Slow Food non è il primo attestato ricevuto dal cece liscio di Cassano: «Rappresenta la nostra città nel Paniere del Parco dell’Alta Murgia, il progetto nato per far conoscere e apprezzare le produzioni tipiche dei 13 comuni del parco.

La  riscoperta dei ceci lisci,  ha un valore importante sia per le loro caratteristiche Nutrizionali, ma soprattutto perché è qualcosa che ci è stato tramandato dai nostri avi. Per questa ragione continueremo a promuoverlo, senza la presunzione di dire che il nostro cece sia migliore di altri. 

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